gentili consulenti, non riesco a venire a capo della situazione fiscale del bb gestito da mia madre, pensionata convivente con mio padre nell’abitazione destinata a bb.
In sintesi essendo stato regolarmente classificato entro febbraio 2015 la provincia di Pd mi ha assicurato che non serve apertura partita iva fino alla nuova classificazione, ovvero altri 5 anni dal 2015. Dunque mia madre non ha PI ma gestisce BB con apertura annuale. Nella dichiarazione dei redditi le ricevute del BB vanno nel quadro D5, sotto la voce altri redditi, al netto delle spese attinenti il bb? come era in passato? perchè i caf non vogliono compilarglielo in questo modo sostenendo serve PI. vi ringrazierei moltissimo se mi aiutaste a trovare risposta o mi diceste a chi rivolgermi per avere info in merito.
grazie molte, daniela
L’attività di bed and breakfast puo avere natura imprenditoriale oppure essere esercitata in maniera saltuaria e non prevalente e ovviamente in base a tali requisiti sopravviene o meno l’obbligo di apertura della partita Iva ( attività imprenditoriale). Ovviamente prima di tutto è necessario fare riferimento alla normativa provinciale perché si sta passando in tutta Italia in maniera quasi ” obbligata ” alla natura imprenditoriale dell’attività. Alcune province permettono il carattere saltuario dell’attività solo se strettamente connesso a un periodo minimo di chiusura nell’anno quindi verifichi anche se questa condizione nel caso fosse obbligatoria venga rispettata.
Ad ogni modo se lei afferma che la provincia le ha garantito che nel suo caso l’attività può essere esercitata in maniera saltuaria a questo punto va analizzato solo il punto di vista fiscale del problema.
Infatti tale attività, pur se esercitata periodicamente, non deve essere svolta in modo sistematico, con un carattere di stabilità, evidenziando una opportuna organizzazione di mezzi che è indice della professionalità dell’esercizio dell’attività stessa. L’operatore di B&B “saltuario” e “non professionale” si configura per la normativa giuridica e fiscale come un semplice privato che ospita persone dentro la sua casa, operando senza ricorrere alla partita IVA, è esonerato da tutta una serie di altri adempimenti prettamente legati alla natura imprenditoriale dell’attività quali la tenuta della contabilità IVA, la contribuzione INPS, l’iscrizione alla Camera di Commercio e l’eventuale iscrizione all’INAIL. Per ciò che attiene al trattamento da riservare ai proventi conseguiti nell’esercizio dell’attività ai fini delle imposte sui redditi non trattandosi di redditi conseguiti nell’esercizio di un’impresa devono sicuramente essere inquadrati tra i “redditi diversi” e nel caso in cui si compila il modello Unico vanno dichiarati nel quadro L mentre se si compila il modello 730 nel quadro D al netto delle spese sostenute, opportunamente documentate con fattura emessa con il codice fiscale del titolare del b&b e inerenti all’attività stessa anche pro-quota.
Su tale reddito, che va a cumularsi con gli altri eventuali redditi di sua madre ( pensione) verrà calcolata la tassazione IRPEF indipendentemente dalla rendita catastale. Al fine di documentare la riscossione delle somme, sua madre nell’esercizio dell’attività di B&B, non possessore di partita IVA, deve rilasciare una ricevuta (non fiscale) redatta in duplice esemplare, sulla quale riportare la numerazione progressiva, la data di emissione, il numero di giorni di permanenza, il corrispettivo incassato.
Pertanto se sua madre correttamente sia dal punto di vista amministrativo che dal punto di vista fiscale rientra nei requisiti previsti per l’esercizio dell’attività “ non imprenditoriale” non deve preoccuparsi di ciò che dice il C.A.F. al quale può anche presentare l’autorizzazione rilasciata dalla provincia che consente ( senza il requisito della P.Iva) di esercitare la suddetta attività e lo stralcio della normativa di riferimento. Il C.A.F. non può rifiutarsi di elaborare il modello 730 essendo obbligato per legge alla ricezione della documentazione prodotta e alla trasmissione rimanendo sua madre responsabile interamente della dichiarazione stessa e dei documenti prodotti. In pratica non è competenza del C.A.F. stabilire se sua madre ha l’obbligo di partita Iva o meno semmai tale competenza spetta per legge all’agenzia delle entrate. Se il C.A.F. si rifiuta ad elaborare e trasmettere il modello 730 chieda di conferire con il direttore tecnico del C.A.F.che per legge è un commercialista iscritto all’albo al quale può spiegare la situazione in maniera più approfondita . Inoltre lei ha sempre la possibilità di produrre tutta la documentazione alla competente agenzia delle Entrate che può aiutare sua madre ad elaborare e trasmettere la sua dichiarazione dei redditi così come ha facoltà di farsi assistere da un commercialista.
saluti