Category Archives: Turismo

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Agenzie di viaggi : disciplina delle fee d’agenzia

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La disciplina delle Fee d’agenzia 

nelle Agenzie di Viaggi e Turismo 

Con la progressiva diminuzione delle commissioni percepite dalle adv per la prenotazione di biglietti aerei e ferroviari, si è verificato un nuovo tipo d’adempimento per le agenzie intermediariegeld
E’ parassi consolidata ormai che le agenzia percepiscano un diritto ( o fee)  d’agenzia che viene pagato direttamente dal viaggiatore come servizio per la prenotazione effettuata e che diventa per l’agenzia pressocchè l’unico ricavo per l’emissione del biglietto

Il compenso percepito, che corrisponde al servizio effettuato nei confronti del cliente, ad una prima interpretazione è stato identificato come tale e pertanto assoggettato ad iva 22% .

Successivamente è intervenuta l’agenzia delle entrate che ha stabilito che la fee d’agenzia segue ai fini fiscali i procedimenti previsti per le provvigioni a suo tempo percepite dalle compagnie ed esattamente:

sono imponibili e assoggettate ad Iva 22%

le fee percepite per l’emissione e la prenotazione dei biglietti per voli o trasporti  nazionali ( incluse le low cost)

sono non imponibili iva ai sensi del comma 1 dell’art. 9 le fee percepite per l’emissione e la prenotazione dei biglietti per voli o trasporti internazionali ( incluse le low cost)

I diritti dovranno essere trascritti nella prima nota corrispettivi, mentre per la certificazione al cliente, tutti i crs si stanno attrezzando per includerla nel tagliando emesso.

Il Pos a costi sostenibili

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Di seguito, per completezza si trascrive la circolare dell’agenzia delle entrate :

 Oggetto: risposta dell’Agenzia delle Entrate, Direzione Centrale Normativa e Contenzioso, Ufficio Procedure Fiscali, sulla disciplina fiscale applicabile ai compensi d’intermediazione richiesti dalle Agenzie di Viaggi e Turismo per la prenotazione e l’emissione di biglietteria aerea

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, Agenzia delle Entrate – Direzione Centrale Normativa e Contenzioso, Settore Fiscalità Indiretta e Internazionale – Ufficio Procedure Fiscali, ha fornito, su richiesta della FIAVET, un parere sul corretto trattamento fiscale applicabile ai compensi d’intermediazione percepiti dalle Agenzie di Viaggi e Turismo per l’emissione di biglietteria aerea e sulle relative modalità di certificazione. Con il parere espresso nella risposta è stata accolta l’istanza proposta dalla Federazione di riconoscere validità fiscale, ai fini degli obblighi di certificazione, al tagliando annesso al biglietto aereo.

L’Agenzia delle Entrate ha innanzitutto chiarito che, essendo il suddetto compenso corrisposto direttamente dai clienti e che trattasi di remunerazione di un servizio di intermediazione derivante da un rapporto di mandato, si rende applicabile alle Agenzie di Viaggi la seguente disciplina:

provvigioni percepite da vettore aereo:

– per la commissione ancora riconosciuta dal vettore, emissione di fattura, distinguendo le commissioni per l’emissione di biglietteria aerea nazionale che sono soggette ad IVA con l’aliquota del 20% da quelle per la biglietteria internazionale, non imponibili IVA in base all’art. 9, comma 1, punto 7, del D.P.R. n. 633/72;

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Noi di Turismoefisco usiamo:

diritti di agenzia richiesti per la prenotazione di voli

– per il compenso ricevuto dal cliente per l’attività di intermediazione, certificazione del corrispettivo per la prestazione di emissione della biglietteria aerea nazionale, assoggettandolo ad IVA con aliquota del 20%; mentre per l’emissione della biglietteria aerea internazionale tali corrispettivi sono non imponibili IVA in virtù dell’art. 9, comma 1, punto 7, del D.P.R. n. 633/72.

In merito alle modalità di certificazione, l’Ufficio Procedure fiscali ha accolto la proposta di certificazione dei compensi d’intermediazione, incassati dalle Agenzie di Viaggi, incentrata su un tagliando integrativo del biglietto aereo. Ciò a condizione che in tale tagliando siano riepilogati gli elementi essenziali che altrimenti dovrebbero essere indicati nella ricevuta fiscale e che la progressività di tale documento certificativo sia garantita dalla presenza del numero progressivo del biglietto aereo e del codice IATA dell’Agenzia di Viaggi. Si ricorda pertanto che su tale ricevuta dovrà essere riportata la ditta, la denominazione o ragione sociale e la partita IVA dell’Agenzia di Viaggi che emette il documento, la data di emissione, il numero progressivo (numero del biglietto aereo e il codice identificativo IATA), il compenso d’intermediazione – imponibile, imposta, aliquota applicata nell’ipotesi di trasporto nazionale ovvero titolo di non imponibilità nell’ipotesi di trasporto internazionale e i dati relativi al trasporto – ripresi dal biglietto aereo – a cui il compenso stesso si riferisce.

In conclusione, l’Amministrazione finanziaria è dell’avviso che i tagliandi annessi al biglietto aereo possano assolvere agli obblighi di certificazione delle Agenzie di Viaggi per i compensi corrisposti direttamente dai clienti, riconoscendo quindi al tagliando la stessa funzione sostitutiva di scontrino fiscale assolta dal titolo di viaggio.

L’unica riserva posta dall’Agenzia delle Entrate riguarda esclusivamente la vendita tramite il canale web, laddove non esiste neppure un titolo elettronico emesso dal vettore a cui si possa integrare il tagliando dell’Agenzia. In tale ipotesi le Agenzie di Viaggi dovranno certificare il corrispettivo nelle forme ordinarie, mediante l’emissione di scontrino o ricevuta fiscale, ovvero, se richiesta dal cliente, una fattura che potrà assumere anche la forma di una fattura elettronica così come previsto dall’ art. 21 del D.P.R. n. 633/72.

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Come aprire un’agriturismo

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turismoefisco formazioneCome aprire un’Agriturismo Agriturismo

L’attività agrituristica, è regolata dalla Legge quadro nazionale 730 del 1985 e dalla legge regionale n°18 del 1998, è un’attività connessa e complementare a quella agricola. L’’agriturismo può essere esercitato solo da agricoltori, anche se non svolgono tale attività a titolo principale purché possiedano un fondo su cui esercitano realmente attività agricola.

L ’attività agricola in senso stretto, quella di produzione, deve occupare maggior tempo di quella ricettiva. Qualche legge regionale è ancora più restrittiva, laddove richiede che persino il reddito dell’attività agricola resti maggiore di quello dell’agriturismo. Requisito quest’ultimo difficile da rispettare in zone particolarmente svantaggiate come quelle montane.

Per aprire un’attività agrituristica la normativa regionale prevede che ogni agricoltore che voglia intraprendere l’attività debba fare domanda al Sindaco del Comune dove è ubicato il fondo agricolo nel quale si vuole esercitare l’attività stessa. La domanda va accompagnata da una relazione che indichi esattamente quali attività, tra quelle permesse, si vuole svolgere; inoltre va presentata una documentazione che attesti il titolo di possesso dei terreni interessati all’attività; è richiesto infine copia dei libretti sanitari degli operatori ed il parere della locale Azienda Sanitaria su strutture e impianti dell’agriturismo che si vuole realizzare.

Nell’attività agrituristica possono essere effettuate le seguenti attività ( ma possono variare da regione a regione )

1) ospitare i turisti in azienda, anche nei locali di abitazione dell’agricoltore pure se ubicati nel centro abitato, nonché in spazi idonei per agricampeggio;

2) somministrare pasti e bevande costituiti prevalentemente da produzioni proprie o comunque da alimenti ricavati prevalentemente da produzioni proprie;

3) vendere direttamente i propri prodotti

4) organizzare attività ricreative e culturali nell’ambito dell’azienda.

Il numero di posti letto massimo consentito è fissato in 20 presso delle camere cui aggiungere altri 30 posti in agricampeggio. Qui occorre verificare l’ampiezza dell’azienda per sapere il numero esatto di posti letto massimo ammesso.

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Oltre al possesso del libretto sanitario, la legge regionale prevede l’obbligo di parere della locale Azienda Sanitaria. Ciò significa che la ASL competente effettuerà, su richiesta del Sindaco, un sopralluogo per determinare l’idoneità delle attrezzature e dei locali che vengono utilizzati sia per l’attività di somministrazione di alimenti e bevande che per quella di ospitalità in camere e agricampeggio. Soprattutto se si fa richiesta di tenere un laboratorio di produzioni alimentari, ma comunque più in generale per la semplice attività di somministrazione di alimenti e bevande, ci si deve aspettare una giusta attenzione degli ufficiali sanitari che sicuramente chiederanno, per esempio, zanzariere alle finestre e tende antimosche alle porte; placcaggio delle superfici murali degli ambienti cucina-laboratori-servizi; richiesta di attrezzature idonee per la cucina e per la preparazione degli alimenti; numero minimo di servizi per i collaboratori e per il pubblico di cui almeno uno idoneo per portatori di handicap; certificazione dell’acqua potabile; depurazione fognaria, etc. Va segnalato che quando non si dispone di acqua della condotta comunale cioè in casa di pozzo o sorgente, occorrono almeno quattro analisi in un anno, una per stagione, prima di ottenere la certificazione della sua potabilità (sorgente o pozzo). Altri problemi possono sorgere circa la superficie minima delle singole stanze per l’ospitalità: in Sardegna è richiesto il requisito della civile abitazione ed un numero di bagni non inferiore ad uno ogni quattro posti letto. Ricordiamo, infine, che il laboratorio di preparazione degli alimenti è indispensabile solo se gli stessi vengono venduti al di fuori delle somministrazioni in azienda; in caso contrario è sufficiente utilizzare il locale cucina. Il consiglio, in definitiva, per tutta la problematica igienico-sanitaria è di consultare la locale ASL, prima di iniziare l’attività e soprattutto prima di iniziare eventuali ristrutturazioni dei locali da adibire ad agriturismo.

 

Ai fini fiscali andrà operata la seguente diversificazione:

Un operatore agrituristico, lo abbiamo già detto, è un agricoltore. Tuttavia la contabilità dell’agriturismo va separata, quindi con specifico registro dei corrispettivi giornalieri e registro delle fatture emesse, rispetto alla restante attività agricola. Oltretutto l’attività agrituristica ha un regime IVA differenziato (aliquota pari al 10%). L’agricoltore deve denunciare al competente Ufficio IVA l’inizio attività agrituristica.

La recente legge regionale obbliga gli operatori agrituristici, giustamente, all’esposizione al pubblico del menù. Tutti gli esercizi agrituristici devono comunicare annualmente, al Comune, le tariffe praticate.

Dal punto di vista reddituale va ricordato che, per le aziende individuali, ai sensi della Legge 413/1991 l’agriturismo determina forfetariamente il reddito imponibile ai fini IRPEF e Irap  in misura del 25% del giro d’affari al netto di IVA. Anche il calcolo dell’IVA da versare all’erario avviene su base forfetaria, nella misura del 50% dell’IVA complessivamente incassata, fatto salvo chi opera in contabilità ordinaria che porterà in detrazione tutta l’IVA sugli acquisti per agriturismo e dovrà versare tutta l’IVA dei ricavi agrituristici.

Altro adempimento amministrativo importante è conseguente all’assimilazione degli agriturismi agli esercizi alberghieri per quanto attiene l’obbligo di comunicare alla locale autorità di pubblica sicurezza i nominativi delle persone ospitate.

Ai fini Inps valgono le norme di inquadramento in agricoltura, fatto salvo il principio di connessione dell’attività agrituristica con l’attività agricola principale. In sostanza quando è fatto salvo questo principio chi lavora in agriturismo è inquadrato nel settore agricolo, se no nel settore previdenziale del commercio. Non c’è completa concordanza su questo punto tra i vari uffici della pubblica amministrazione che si occupano di previdenza: secondo alcuni di essi il personale che opera in agriturismo è da inquadrarsi comunque nel settore commerciale.

L’agricoltore che vende i propri prodotti non ha necessità di specifica licenza di commercio; ci si avvale della L.59/1963. L’operatore agrituristico, anche se non ha fatto domanda di autorizzazione alla vendita diretta ai sensi della predetta legge 59, con la stessa richiesta di autorizzazione all’ esercizio di agriturismo, può ottenere anche il permesso di effettuare in azienda la vendita diretta dei propri prodotti.

Per le attività agrituristiche possono essere utilizzati tutti i locali dell’azienda agricola, purché idonei dal punto di vista igienico-sanitari, a prescindere dalla loro destinazione urbanistica. Va rilevato che gli stessi edifici, per il solo fatto di essere adibiti all’attività agrituristica, non mutano destinazione d’uso.

Elenco provinciale dei soggetti abilitati all’attività agrituristica
Presso ciascuna Amministrazione provinciale è istituito l’elenco provinciale dei soggetti abilitati all’esercizio dell’attività agrituristica, tenuto da una Commissione provinciale che è formata da:

– l’Assessore provinciale competente in materia di agricoltura o dal dirigente dell’Ufficio competente da lui delegato, in qualità di Presidente;
– il dirigente dell’ufficio competente per materia delle Aree Decentrate dell’Assessorato regionale all’Agricoltura;
– un rappresentante di ciascuna delle tre organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello regionale;
– il dirigente dell’ufficio dell’Amministrazione provinciale competente in materia di agriturismo.

Tale elenco non è un albo professionale in quanto gli iscritti mantengono a tutti gli effetti la qualifica di imprenditore agricolo.

Per richiedere l’iscrizione all’elenco è necessario presentare la seguente documentazione:
– domanda in carta legale su apposito modello10 rilasciato dall’Amministrazione provinciale e indirizzato alla Commissione provinciale per l’abilitazione all’esercizio delle attività agrituristiche;
– titolo di possesso (certificato catastale e/o contratto d’affitto) corredato di planimetria;
– certificato di attribuzione di partita IVA dell’imprenditore agricolo;
– autocertificazione relativa alla posizione di iscrizione all’ I.N.P.S., che certifichi con chiarezza il titolo per il quale si è iscritti;
– versamento di Euro 52,00 sul C/C della Tesoreria provinciale – causale:” Sopralluogo agriturismo”;
– Certificato di iscrizione alla Camera di Commercio;
– Autodichiarazione sulle colture presenti in azienda suddivise per zone omogenee, o copia del modello PAC o del modello di adesione al programma agroambientale regionale.


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il budget per le imprese

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Il Budget per un’impresa turistica

Ogni anno l’agenzia di Viaggio e per essa l’imprenditore l’amministratore dovrebbe porsi determinati obiettivi  soprattutto in termini di ottimizzazione di spese e di raggiungimento di fatturati visto anche l’esiguo margine cui le agenzie di viaggio sono per natura obbligate e provare a raggiungerli.budget

Rapporti dettagliati sul budget aziendale possono fungere da supporto operativo: analizzandoli costantemente è infatti possibile interpretare probabili criticità e, nel caso, intervenire tempestivamente.

Anche il ricorso al sistema bancario di finanziamento può essere monitorato e tenuto sotto controllo.

Turismoefisco formazione vi offre la possibilità di gestire un file excel con un potente strumento di gestione del budget aziendale tramite proiezioni dei dati mensili, che l’imprenditore può monitorare per valutare lo stato di avanzamento degli obiettivi.

L’inserimento dei dati non segue il principio della partita doppia ma la semplice gestione aziendale di tutti i giorni quindi  è estremamente  semplice e immediato poiché restituisce  un sistematico inserimento dei valori che rappresentano un costo e un ricavo aziendale permettendo di capire se l’agenzia è in utile o in perdita e se ha prospettive future di crescita aziendale.

Scarichiamo lo schema budget turismo e inseriamo i dati richiesti creandone di nostri specifici in modo da rappresentare nel modo piu perfetto possibile la situazione aziendale; una serie di formule preimpostate ci guiderà verso una proiezione della situazione aziendale.

Il foglio Budget conterrà  l’elenco dei costi  e ricavi che l’azienda prevede di sostenere nell’ esercizio e la relativa ripartizione in dodici mesi. Le reali spese sostenute e i costi previsti o realizzati realmente dovranno essere indicati nel foglio.

Il consiglio è di compilarlo in base ai dati dell’esercizio precedente e poi gestirlo per l’annualità in corso rilevando anche le differenze

scarica il budget.

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